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Arte agli antipodi
MUSEC - Lugano

 

Sabato 11 marzo ho raggiunto i miei amici del gruppo USTI per disegnare gli oggetti esposti nel Museo delle Culture a Lugano.

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In mostra una settantina di opere della collezione Brignoni, riunite in diverse sale secondo la provenienza geografica e culturale.

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Non ho seguito un ordine preciso ma mi son lasciato catturare dal mistero che sprigionavano.

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Ho ripreso una ventina di sculture cerimoniali in legno, porte, scudi ed elementi architettonici provenienti dall’area del Sud-Est asiatico e dall’Oceania (Nuova Guinea, Nuova Irlanda, Borneo, Golfo di Papuasia, Nuova Caledonia, Sulawesi e Bali).

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Palais de Rumine - Losanna

Rumine

 

Nello scorso dicembre 2022 ho raggiunto gli amici della Suisse Romande per alcuni incontri.

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La serie terminava il sabato con la visita al Palais de Rumine a Losanna, un museo della scienza e della storia.

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35 appassionati come me hanno preso posto nelle grandi sale del museo per disegnare la Groenlandia a filo del tempo.  

 

L’esposizione racconta la storia della Groenlandia, dai primi abitanti ai giorni nostri.

Il nome Groenlandia significa “terra verde”. Più significativo è il termine inglese, Greenland.

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Per noi italofoni è difficile pensare a qualcosa che rimanda al “verde”.

In ogni caso, a prescindere da qualsiasi lingua rimane incomprensibile pensare una calotta di ghiaccio nel circolo polare artico, come a una terra verde.

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L’esposizione propone vecchie fotografie e un filmato della Groenlandia di oggi.

Una vasta selezione di oggetti per la caccia e la pesca è stata portata a testimonianza del passato, come gli utensili per la vita quotidiana e parti dell’abbigliamento.

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Gli animali più comuni che popolano questa isola sono esposti imbalsamati nelle ampie sale del museo.

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Sul pianeta delle Ocre

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In settembre 2022 sono andato per alcuni giorni nel cuore della Provenza, nel massiccio delle ocre, visitando e disegnando un territorio che si estende per 25 km.

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Ho ridotto il materiale al minimo, quanto basta per riempire un taccuino per una settimana. Avevo con me quello che mi ha regalato Ornella, nostra collega, e non vedevo l’ora di provarlo. I colori sono quelli che ho preparato con i pigmenti acquistati sul posto.

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Ai tempi la zona delle ocre ne produceva 40'000 tonnellate all’anno. Dopo l’avvento dei colori sintetici (quelli che usiamo noi acquarellisti), le miniere e le cave a cielo aperto hanno chiuso i battenti. È rimasta ancora una fabbrica che produce poche quantità per i nostalgici delle terre naturali. Al di là dei costi irrisori, a confronto dei “godet” o dei colori in tubi, è anche facile prepararli.

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Ho comperato una serie di terre colorate sottoforma di bastoncini secchi. Li ho schiacciati con un cucchiaio per ridurli in polvere e una volta amalgamati con la gomma arabica ho riempito un piccolo contenitore di 6x7 centimetri, in pratica una porta pastiglie (dispenser). Il vantaggio di queste scatoline è che hanno per ogni cella un coperchietto che chiude ermeticamente e trattiene l’umidità in modo che il colore è sempre pronto all’uso.

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Ho percorso alcuni sentieri camminando su quella sabbia colorata, passando da deserti a torrioni che andavano dal bianco, al giallo, al rossiccio fino ai bruni più scuri. I sentieri si sviluppano su diversi km e sono percorribili solo a piedi. 

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Ho visitato una miniera sotterranea dove centinaia di minatori hanno scavato a picconate gallerie per 40 km.

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Ho visitato una vecchia fabbrica di ocre ora adibita a museo ma vi si svolgono ancora delle attività didattiche e laboratori sull’estrazione delle ocre e sul loro impiego

Le case dei villaggi della regione sono pitturate con i colori della sabbia colorata che li circonda.

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Benché per alcune zone siano stati dati dei nomi come “Colorado”, “Shara”, ecc. perché l’elemento in comune sono la sabbia e i colori, quello che più stupisce è che qui, unico posto al mondo, crescono i pini silvestri, le querce e i noccioli sulla sabbia.